Nel corso degli anni ’70, insieme alle teorie dell’apprendimento sociale sono stati sviluppati altri orientamenti che rivolgono l’attenzione ai processi cognitivi che sottostanno ai comportamenti manifesti, e all’influenza reciproca tra l’individuo e l’ambiente.

Nell’approccio cognitivo-comportamentale rientrano diverse teorie e modelli che non andrò qui ad approfondire
(per saperne di più: http://www.edizionimaddaliebruni.it/content/Images/uploaded/pdf/Fondamenti-di-terapia-cognitiva-cap01.pdf ) mi interessa invece illustrare come le psicoterapie ad orientamento cognitivo-comportamentale abbiano mete chiare, semplici e misurabili.

La meta comune a tutti i modelli è quella di mettere in grado il paziente di apprendere nuove competenze, che modifichino i comportamenti problematici e producano un migliore adattamento. Nonostante le varie posizioni dei vari autori lo stile di lavoro è più direttivo anche se viene sottolineata l’importanza di costruire una relazione collaborativa che ad esempio aiuti il paziente ad individuare le opinioni errate, anche chiamate “convinzioni erronee” che ha su di sé e sull’ambiente.

Attraverso l’uso di tecniche comportamentali basate sul linguaggio, il cliente viene messo in grado di riconoscere e controllare in modo logico e razionale le sue “distorsioni cognitive” e raggiungere una visione obiettiva degli eventi. Per riconoscere il legame distorto tra pensieri ed emozioni , vengono anche utilizzate delle tecniche sistematiche di auto-osservazione, problem solving e di coping , che è possibile replicare nella vita di tutti i giorni. E’ come dire che il cliente è libero di decidere quale comportamento vuole cambiare, mentre il terapeuta sceglie le strategie più efficaci per cambiarlo.

Quello che viene richiesto al cliente, ma non certamente imposto, è un coinvolgimento attivo nella selezione e determinazione delle mete. La motivazione al cambiamento è di fondamentale importanza nell’esecuzione dei compiti terapeutici, sia in terapia che nell’ambiente di vita per una maggiore efficacia della terapia.